fine della recita di fine anno
In questo strano giorno in cui, chiare più che mai, ci appaiono le conseguenze nefaste del patto tradito tra conoscenza e prevenzione, tra cura e futuro, devo scrivere quella che è la seconda, e ultima puntata, della vicenda Recita di fine anno. È un lieto fine, a mio parere, con qualche spunto di riflessione. Tralasciando la presa di coscienza della Scuola, che pure c’è stata, credo che i comportamenti più interessanti siano quelli avuti dalle dirette interessate: le mamme e donne, spesso lavoratrici. È stata una piacevole sorpresa scoprire che nel sottobosco dei mille impegni serpeggiava un comune sentire. Che molte si erano sentite sopraffatte dall’ansia di non riuscire a fare tutto, di non essere abbastanza presenti con i loro figli. Eppure perché, mi sono chiesta, se non in rari casi (unico il mio, forse), questa fatica non si è dichiarata come insoddisfazione e non ha impedito alle donne, nonostante tutto e tutti, di adempiere a ciò che veniva loro chiesto? In fondo, invece di abbandonarsi a mille sensi di colpa, invece di esigere prestazioni …