Basta pagare
Ieri sera ero al concerto di Adele. Bello e perfetto. La sua voce è un misto di intimità ed evasione. Ci si emoziona e si balla. A patto che uno metta il suo smart phone in tasca e si dedichi anima e corpo a quello per cui ha pagato anche una certa cifra: il concerto. E invece, eccoli lì, immobili, con l’occhio fisso sul display lcd per controllare l’inquadratura, tutti presi a filmare la loro canzone preferita. Guardare la realtà attraverso il video è ormai diventata una cattiva abitudine. E il video, una sorta di preservativo al coinvolgimento. Emotivo o razionale. Non c’è più nulla che ci emozioni perché non ci può essere passione dove il vero ha fatto spazio al verosimile. Non c’è più nulla che ci interessi perché, al di là dello schermo lcd, tutto sembra più lontano, sfuocato. Si perde il calore delle tre dimensioni (la fisicità) e rimane solo una fredda immagine bidimensionale. Sono tutte menate cerebrali, lo so. Ma in questi giorni sono davvero confusa. Altro che l’invenzione della realtà …