il (buon) carattere della mediocrazia
@font-face { font-family: “Cambria”; }p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: “Times New Roman”; }div.Section1 { page: Section1; } Lo dico subito senza indugio: lottare per la parità di genere, lottare per i diritti delle donne, significa lottare per la meritocrazia. Ovvero lottare per un sistema di regole e consuetudini capace di premiare i comportamenti virtuosi e non le relazioni amicali o occasionali. Sembrerà sessista affermarlo, e forse lo è. Ma ho visto troppe volte donne capaci e preparate lasciate indietro solo perché non avevano le qualità anatomiche per partecipare al Bar Mario (o alle chiacchiere da spogliatoio). Ovvero, non avevano quell’attributo, quell’appendice muscolare, che consente, ai soli uomini veri, di condividere informazioni e cazzeggi indispensabili all’ascesa, e al mantenimento, delle posizioni che contano. Conosco donne che si sono spese con passione per il loro lavoro dimostrando capacità creative, organizzative, progettuali. Che poi è tutto (o tanto) quello che servirebbe per creare un sistema veramente produttivo. Un sistema che funzioni, ricco di figure professionali attive e non di servi/serve fedeli. Il …